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Brand protection per hotel: perchè proteggere il nome del tuo hotel?

Perchè proteggere il nome del tuo hotel con Google Adwords?
Perché non possiamo permetterci che i nostri potenziali clienti vengano distratti da altri concorrenti. Scopri di più!

[vc_row animate=””][vc_column][vc_column_text]Hai mai pensato al fatto che gli utenti quando cercano su Google il nome del tuo hotel potrebbero vedere prima le agenzie online o i tuoi concorrenti?

Spero che non sia il tuo caso, ma ti assicuro che accade molto spesso e non credo sia un problema da sottovalutare, perché si perdono un sacco di soldi.

Ho già scritto un articolo in merito a come intercettare le ricerche degli utenti su Google, ma cosa accade quando gli utenti cercano esattamente la nostra struttura ricettiva?

Stanno cercando noi.

Se cercano il nome del nostro hotel, agriturismo o campeggio, significa che hanno già compiuto buona parte del percorso di acquisto e probabilmente vogliono compiere un’azione, magari proprio quella che ci piace di più: chiedere informazioni o prenotare.

Non possiamo perciò permetterci che vengano distratti!

Le grandi agenzie di viaggi online fanno il possibile per apparire nei risultati di ricerca con la parola chiave dell’hotel + destinazione, cercando di portare i clienti più vicini alla prenotazione verso i loro portali, generando fatturato derivato dalle commissioni.

Quello che dovremmo cercare di fare è attuare una strategia di brand protection, acquistando su Google Adwords il nome della nostra struttura ricettiva.

Gli spazi a disposizione degli annunci a pagamento sono al massimo quattro, quindi acquisirne uno elimina almeno del 25% la possibilità che gli utenti non trovino il nostro hotel tra i primi risultati (specialmente da smartphone).

Ecco un esempio di come le agenzie online possono acquisire traffico dai nostri clienti:[/vc_column_text][vc_single_image image=”11972″ img_size=”full” alignment=”center” css=”.vc_custom_1513012535027{padding-bottom: 15px !important;}”][vc_column_text]Notato niente?

Ho effettuato la ricerca con il nome esatto di un agriturismo, ma il primo risultato diretto utile è solo il terzo (lo noti dal fatto che a differenza degli annunci precedenti, non c’è “Ann” vicino il risultato).

Ci sono ben 2 concorrenti prima, che invogliano i viaggiatori a cliccare altrove.

Le conseguenze potrebbero essere:

  • il cliente prenota su Booking che si prende il 15% di commissione;
  • il cliente viene distratto da altre strutture e prenota altrove.

Ora guarda questo:[/vc_column_text][vc_single_image image=”11986″ img_size=”full” alignment=”center” css=”.vc_custom_1513012664803{padding-bottom: 20px !important;}”][vc_column_text]Credi che ci sia differenza? Direi proprio di sì.

L’hotel in questione, mio cliente, appare per primo tra i risultati ed è anche molto in risalto rispetto agli altri, non ti sembra?

Dove cliccherà l’utente? Esatto, proprio qui.

Ecco la dimostrazione:[/vc_column_text][vc_single_image image=”11979″ img_size=”full” alignment=”center” css=”.vc_custom_1513013191301{padding-bottom: 20px !important;}”][vc_column_text]Quali sono i vantaggi di una strategia di brand protection nel settore turistico?

  • essere sempre presenti nelle primissime posizioni nei risultati di ricerca (di solito la prima);
  • occupare uno spazio in più con poco sforzo;
  • se arrivassero altre agenzie online (ad esempio Hotels.com o Trivago) verrebbero inserite probabilmente dopo;
  • l’annuncio efficace “miglior tariffa garantita” è molto accattivante per l’utente ed invita a cliccare;
  • in questo caso abbiamo messo l’agenzia online nelle condizioni di essere meno in risalto, perché si trova in mezzo a due risultati che puntano al sito ufficiale dell’hotel;
  • ogni click costa solamente 0,15 cents in media, quindi più che sostenibile.

Questi esempi riguardano il settore turistico, ma possono essere applicati anche in altri settori, ad esempio nell’e-commerce (in questo caso i concorrenti potrebbero essere Amazon ed Ebay).

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Come intercettare le ricerche degli utenti per guidarli all’acquisto dei nostri prodotti?

Quanti tipi di ricerche esistono e quali possono portare traffico verso il nostro sito web?
Come intercettarle per guidare gli utenti ad acquistare i nostri prodotti? Scoprilo qui!

[vc_row animate=””][vc_column][vc_column_text]Quanti tipi di ricerche esistono e quali possono portare traffico verso il nostro sito web?

Spesso ci concentriamo sugli obiettivi, cercando di vendere velocemente un prodotto o un servizio, ma non pensiamo che ci sono un sacco di utenti che non sono ancora pronti a comprare, ma lo faranno nel breve/medio termine.

Potremmo anche dire che ci sono utenti che cercano “il problema”, ma molti altri che invece fanno ricerche per “avere maggiori informazioni sul problema”. Queste ricerche esistono e sono tantissime.

Come intercettare questi utenti e guidarli verso l’acquisto dei nostri prodotti?

Provo a darti delle idee, con degli esempi.

I tipi di ricerche che si possono effettuare online sono principalmente tre, ecco alcuni esempi con la parola “casco”:

  • commerciali: “caschi moto online”;
  • informative: “qual è la differenza tra un casco integrale ed uno modulare”;
  • formative: “come lavare il casco moto”.

Notato la differenza? Sono intenti di ricerca completamente diversi, eppure il prodotto è lo stesso.

Hai valutato anche la diversa distanza dall’acquisto che rappresentano queste ricerche?

Nelle ricerche commerciali la distanza è molto più breve, l’utente ha già probabilmente acquisito le informazioni di cui ha bisogno per acquistare.
Ne mancano probabilmente solo poche per procedere, ad esempio il modello, il prezzo e da chi comprare (fiducia verso il venditore).

Gli utenti che invece effettuano ricerche di tipo informativo e formativo, sono più distanti dall’acquisto, ma stanno comunque cercando informazioni a riguardo (in questo caso i caschi moto).
Solo dopo procederanno all’acquisto, perché adesso non sono ancora pronti per farlo, hanno bisogno di più informazioni.[/vc_column_text][vc_column_text]Ti sta piacendo l’articolo? Metti mi piace qui sotto per continuare a seguirmi. Grazie.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row animate=””][vc_column width=”1/3″][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_raw_html]JTNDZGl2JTIwaWQlM0QlMjJmYi1yb290JTIyJTNFJTNDJTJGZGl2JTNFJTBBJTNDc2NyaXB0JTNFJTI4ZnVuY3Rpb24lMjhkJTJDJTIwcyUyQyUyMGlkJTI5JTIwJTdCJTBBJTIwJTIwdmFyJTIwanMlMkMlMjBmanMlMjAlM0QlMjBkLmdldEVsZW1lbnRzQnlUYWdOYW1lJTI4cyUyOSU1QjAlNUQlM0IlMEElMjAlMjBpZiUyMCUyOGQuZ2V0RWxlbWVudEJ5SWQlMjhpZCUyOSUyOSUyMHJldHVybiUzQiUwQSUyMCUyMGpzJTIwJTNEJTIwZC5jcmVhdGVFbGVtZW50JTI4cyUyOSUzQiUyMGpzLmlkJTIwJTNEJTIwaWQlM0IlMEElMjAlMjBqcy5zcmMlMjAlM0QlMjAlMjIlMkYlMkZjb25uZWN0LmZhY2Vib29rLm5ldCUyRml0X0lUJTJGc2RrLmpzJTIzeGZibWwlM0QxJTI2dmVyc2lvbiUzRHYyLjglMjZhcHBJZCUzRDE2Njc1MzQ5NTY4NDYzOTglMjIlM0IlMEElMjAlMjBmanMucGFyZW50Tm9kZS5pbnNlcnRCZWZvcmUlMjhqcyUyQyUyMGZqcyUyOSUzQiUwQSU3RCUyOGRvY3VtZW50JTJDJTIwJTI3c2NyaXB0JTI3JTJDJTIwJTI3ZmFjZWJvb2stanNzZGslMjclMjklMjklM0IlM0MlMkZzY3JpcHQlM0UlMEElM0NkaXYlMjBjbGFzcyUzRCUyMmZiLXBhZ2UlMjIlMjBkYXRhLWhyZWYlM0QlMjJodHRwcyUzQSUyRiUyRnd3dy5mYWNlYm9vay5jb20lMkZXZWJNYXJrZXRpbmdFZmZpY2FjZSUyRiUyMiUyMGRhdGEtc21hbGwtaGVhZGVyJTNEJTIyZmFsc2UlMjIlMjBkYXRhLWFkYXB0LWNvbnRhaW5lci13aWR0aCUzRCUyMnRydWUlMjIlMjBkYXRhLWhpZGUtY292ZXIlM0QlMjJmYWxzZSUyMiUyMGRhdGEtc2hvdy1mYWNlcGlsZSUzRCUyMnRydWUlMjIlM0UlM0NibG9ja3F1b3RlJTIwY2l0ZSUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTIwY2xhc3MlM0QlMjJmYi14ZmJtbC1wYXJzZS1pZ25vcmUlMjIlM0UlM0NhJTIwaHJlZiUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTNFV2ViTWFya2V0aW5nJTIwRWZmaWNhY2UlM0MlMkZhJTNFJTNDJTJGYmxvY2txdW90ZSUzRSUzQyUyRmRpdiUzRQ==[/vc_raw_html][/vc_column][vc_column width=”1/3″][/vc_column][/vc_row][vc_row animate=””][vc_column][vc_column_text]Prendendo ancora in considerazione l’esempio del casco moto, agli utenti che sono indecisi tra un casco integrale o modulare, potremmo fornire un buon contenuto dove spieghiamo le differenze e solo in seguito potremo invogliarli a comprare sul nostro e-commerce con un buono sconto a breve scadenza in cambio della loro email.

Una cosa simile potremmo farla anche con coloro che possiedono già un casco, ma stanno cercando informazioni su come pulirlo: potremmo creare un contenuto di tipo testuale o un video dove mostriamo come igienizzare un casco moto ed in seguito invogliarli ad acquistare uno dei nostri pulitori nello shop.

Molto spesso, noto che ci concentriamo solo sulle ricerche commerciali, quando esistono anche un sacco di ricerche di altro tipo che possono intercettare traffico qualificato per il nostro sito web ed aiutarci a vendere di più, andando ad intercettare il potenziale cliente in tutte le fasi del suo percorso di acquisto, dalla più lontana alla più vicina.

Il web marketing strategico, la materia in cui sono specializzato, si occupa esattamente di questo: analizzare i percorsi di acquisto dei clienti e valutare in che modo intercettarli, a seconda della distanza in cui si trovano dall’obiettivo.

Una delle chiavi per fatturare di più è proprio in questo tipo di analisi.

Uno degli strumenti che più si adatta all’inserimento di contenuti di tipo informativo e formativo è il blog.

In questo momento stai leggendo un articolo sul mio blog di tipo informativo, ci avevi fatto caso?

Il blog è uno strumento utilissimo e spesso sottovalutato, che può essere estremamente utile per intercettare il potenziale cliente ed accompagnarlo verso il nostro obiettivo di business.

Inoltre, gli articoli di un blog possono essere facilmente divulgati anche attraverso altri strumenti, ad esempio i social network, quindi siamo in grado di acquisire ulteriore traffico anche da coloro che non stanno effettuando una ricerca, ma che sono interessati all’argomento (forse anche tu hai cliccato su un post per leggere questo articolo).

Dove voglio arrivare?

Il mio intento è quello di farti notare che analizzando i processi di acquisto e gli intenti di ricerca degli utenti, possiamo scoprire quali ricerche vengono effettuate e di conseguenza possiamo cercare di intercettarle con i nostri contenuti.

Una volta fatta questo tipo di analisi, abbiamo già molte risposte in merito a quelli che possono essere gli strumenti per intercettare i potenziali clienti in tutte le fasi del loro percorso verso l’acquisto del nostro prodotto o servizio.

A seconda della distanza e del tipo di ricerca, cambiano gli strumenti ed i contenuti, ma sarà anche grazie a questi che possiamo aumentare il traffico qualificato sul nostro sito web ed aumentare la nostra visibilità, con conseguente aumento dei risultati.

Spero che questo articolo ti sia stato utile, se ti fa piacere lascia pure un commento.

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Perchè pensare al valore dei clienti ti può fare risparmiare soldi?

Un esempio di come una tipografia potrebbe aumentare il fatturato con pochi sforzi e in breve tempo, concentrandosi solo sui propri clienti. Scopri come!

[vc_row animate=””][vc_column][vc_column_text]Acquisire clienti ha sempre un costo, questo è un dato di fatto.

Il costo di acquisizione può essere inteso sia come quantità di tempo dedicata a certe attività (scrivere articoli sul blog, ad esempio) oppure in termini economici (investimenti in pubblicità offline ed online), ma in generale parliamo sempre di risorse.

Non voglio essere frainteso:

acquisire clienti è una delle attività fondamentali di qualsiasi azienda, ma spesso ci dimentichiamo della cosa più importante che abbiamo: i nostri clienti.

Nel mio percorso professionale ho imparato che statisticamente più del 50% del fatturato di un’azienda deriva dai propri clienti, ma spesso questo dato viene considerato meno di quanto dovrebbe.

Veniamo ai fatti: sono stato contattato pochi giorni fa dal titolare di una tipografia che mi chiedeva come ottenere maggiore visibilità per aumentare il proprio fatturato.

La richiesta di questo imprenditore è ovviamente più che legittima, ma durante la chiacchierata non potevo non fare queste domande: “Hai già dei clienti? Quanti sono? Qual è il fatturato medio di un cliente?”.

I numeri sono approssimativi, ma la risposta è stata che l’azienda ha più di 500 clienti e che il fatturato medio è di circa 500,00 euro all’anno per ciascun cliente.

La domanda successiva è stata: “Cosa fate per fidelizzarli?”
La risposta è stata: NIENTE.

Questa risposta cambia tutta la prospettiva del discorso.

Qual è il ragionamento da fare secondo me in questi casi?

Partire sempre dai propri clienti.

Quello che andrebbe fatto non è investire in nuova visibilità, ma aumentare il valore di ciascun cliente e solo dopo dedicare parte del nuovo fatturato generato per acquisirne di nuovi.

Spesso mi sento dire che il budget è limitato.

Ecco la dimostrazione di come in questo caso si potrebbe ottenere un buon budget per aumentare la visibilità dell’azienda, senza enormi sforzi.

Facciamo due calcoli, dati alla mano:

Abbiamo 500 clienti che hanno ciascuno un valore medio di 500,00 euro all’anno.

Riuscire a portare il fatturato medio a 600,00 euro solo per la metà dei clienti (quindi 250), significherebbe aumentare il fatturato di ben 25.000 euro all’anno (venticinquemila).

Ecco dove trovare il budget per i nuovi investimenti!
Sono un sacco di soldi dalle mie parti.[/vc_column_text][vc_column_text]Ti sta piacendo l’articolo? Metti mi piace qui sotto per continuare a seguirmi. Grazie.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row animate=””][vc_column width=”1/3″][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_raw_html]JTNDZGl2JTIwaWQlM0QlMjJmYi1yb290JTIyJTNFJTNDJTJGZGl2JTNFJTBBJTNDc2NyaXB0JTNFJTI4ZnVuY3Rpb24lMjhkJTJDJTIwcyUyQyUyMGlkJTI5JTIwJTdCJTBBJTIwJTIwdmFyJTIwanMlMkMlMjBmanMlMjAlM0QlMjBkLmdldEVsZW1lbnRzQnlUYWdOYW1lJTI4cyUyOSU1QjAlNUQlM0IlMEElMjAlMjBpZiUyMCUyOGQuZ2V0RWxlbWVudEJ5SWQlMjhpZCUyOSUyOSUyMHJldHVybiUzQiUwQSUyMCUyMGpzJTIwJTNEJTIwZC5jcmVhdGVFbGVtZW50JTI4cyUyOSUzQiUyMGpzLmlkJTIwJTNEJTIwaWQlM0IlMEElMjAlMjBqcy5zcmMlMjAlM0QlMjAlMjIlMkYlMkZjb25uZWN0LmZhY2Vib29rLm5ldCUyRml0X0lUJTJGc2RrLmpzJTIzeGZibWwlM0QxJTI2dmVyc2lvbiUzRHYyLjglMjZhcHBJZCUzRDE2Njc1MzQ5NTY4NDYzOTglMjIlM0IlMEElMjAlMjBmanMucGFyZW50Tm9kZS5pbnNlcnRCZWZvcmUlMjhqcyUyQyUyMGZqcyUyOSUzQiUwQSU3RCUyOGRvY3VtZW50JTJDJTIwJTI3c2NyaXB0JTI3JTJDJTIwJTI3ZmFjZWJvb2stanNzZGslMjclMjklMjklM0IlM0MlMkZzY3JpcHQlM0UlMEElM0NkaXYlMjBjbGFzcyUzRCUyMmZiLXBhZ2UlMjIlMjBkYXRhLWhyZWYlM0QlMjJodHRwcyUzQSUyRiUyRnd3dy5mYWNlYm9vay5jb20lMkZXZWJNYXJrZXRpbmdFZmZpY2FjZSUyRiUyMiUyMGRhdGEtc21hbGwtaGVhZGVyJTNEJTIyZmFsc2UlMjIlMjBkYXRhLWFkYXB0LWNvbnRhaW5lci13aWR0aCUzRCUyMnRydWUlMjIlMjBkYXRhLWhpZGUtY292ZXIlM0QlMjJmYWxzZSUyMiUyMGRhdGEtc2hvdy1mYWNlcGlsZSUzRCUyMnRydWUlMjIlM0UlM0NibG9ja3F1b3RlJTIwY2l0ZSUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTIwY2xhc3MlM0QlMjJmYi14ZmJtbC1wYXJzZS1pZ25vcmUlMjIlM0UlM0NhJTIwaHJlZiUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTNFV2ViTWFya2V0aW5nJTIwRWZmaWNhY2UlM0MlMkZhJTNFJTNDJTJGYmxvY2txdW90ZSUzRSUzQyUyRmRpdiUzRQ==[/vc_raw_html][/vc_column][vc_column width=”1/3″][/vc_column][/vc_row][vc_row animate=””][vc_column][vc_column_text]Cosa potrebbe fare questo imprenditore?

Alcuni esempi:

  • potrebbe inviare delle newsletter mensili ai propri clienti con delle promozioni riservate;
  • potrebbe raggiungerli su Facebook, mostrando gli ultimi lavori eseguiti.

In altre parole tenersi in contatto e farsi ricordare.

Quale sarebbe il budget necessario per farlo?

Decisamente più basso in termini economici rispetto agli investimenti che sarebbero serviti per acquisire nuovi clienti, ovvero la richiesta che mi era stata fatta dall’imprenditore.

Questo è solo un esempio, quello che vorrei trasmettere è che la piramide quando possibile va rovesciata se abbiamo già dei clienti ed il nostro prodotto o servizio può essere ri-acquistato, per tantissimi motivi:

  • non ci sono barriere di fiducia da abbattere: i clienti già ci conoscono e sanno come lavoriamo;
  • i costi sono decisamente più bassi;
  • il profitto più alto ed il ritorno dell’investimento molto più veloce;
  • fidelizzare un cliente significa anche favorire il passaparola (online ed offline), quindi anche ottenerne di nuovi a costo zero.

Il marketing lo fanno i clienti.

Spero che questo articolo ti sia stato utile, se ti fa piacere lascia pure un commento.

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Facebook per il settore turistico: come usarlo per aumentare le prenotazioni

Nel settore turistico Facebook può essere usato per incrementare il numero di prenotazioni e fidelizzare i clienti? Come? Leggi l’articolo!

[vc_row animate=””][vc_column][vc_column_text]Molti clienti del settore mi chiedono spesso se Facebook può essere usato come strumento di web marketing turistico per ottenere nuove prenotazioni e fidelizzare i propri clienti.

La risposta che un bravo consulente deve necessariamente fornire è:

dipende

Dipende dalla capacità di saper usare uno strumento nel modo corretto e soprattutto se si è disposti a farlo stando alle sue regole.

Eh, sì, anche Facebook come tutti gli strumenti ha le proprie regole ed è necessario conoscerle per ottenere il massimo vantaggio in termini di risultati (quelli veri intendo).

Vediamo le principali:

Le regole di base per un corretto utilizzo di Facebook

Avere un profilo pubblico

Il profilo pubblico è noto anche come Pagina (che chiede il like per intenderci) a differenza del profilo personale (che invece chiede l’amicizia).

Usare il profilo personale, oltre ad essere indice di scarsa professionalità, è rischioso perché contro le regole di Facebook, con pena fino alla chiusura dell’account.

Vedo ancora tante strutture ricettive, soprattutto agriturismi ed agricampeggi, che usano il profilo personale per “tentare” di promuovere la loro struttura.

Tu usi la Pagina, vero?

Inoltre, senza un profilo pubblico, non si può avere accesso a tutta una serie di strumenti che fanno davvero la differenza.
Secondo me i più importanti sono:

  • statistiche della Pagina (attraverso gli Insights);
  • pubblicità a pagamento (Facebook ADS);

Dotarsi di uno smartphone recente

Sembra una provocazione, ma non lo è.

Non intendo che sia necessario avere l’ultimo modello di smartphone da 1.000 euro, basta uno da 150 euro, abbastanza veloce e che sappia fare buone fotografie.

Non è banale, perché la resa delle foto sarà parte integrante di parte del lavoro che farai su Facebook.

Ho avuto un cliente che postava foto con un telefono di vecchia generazione ed erano scure e sgranate, insomma… non facevano venire tanta voglia di scegliere quella struttura per le vacanze!

Facebook non è gratis

Questo è il problema più grande che riscontro praticamente tutti i giorni.

La pubblicità a pagamento viene molto spesso vista come una spesa, non come un investimento (purtroppo).

Molte persone non si sono ancora rese conto del fatto che i post organici, quindi senza pagare il buon caro Mark, raggiungono mediamente solo il 10/15% dei fan della Pagina.

A conti fatti: ad esempio su 3.000 fan difficilmente si riescono a raggiungere più di 600 persone circa in media.

E gli altri? Nada, non vedono i post. Fine.

Con Facebook ADS invece si può essere certi di raggiungere tutto il proprio pubblico e questo si può ripercuotere direttamente sulla riuscita o meno dei tuoi contenuti.

Cosa postare

Una pagina Facebook per risultare interessante deve avere contenuti interessanti per il pubblico per cui è stata creata.

La domanda da porsi è strategica ed è sempre la stessa:

Chi sono i miei ospiti? Cosa piace loro, li stuzzica e li emoziona per scegliere la mia struttura ricettiva?

In base alla risposta potrai strutturare i contenuti in base al loro profilo.

Ecco alcuni esempi:

  • fotografie della vita quotidiana;
  • eventi speciali in struttura (corsi di cucina, buffet in occasioni particolari, interviste, seminari, vendemmia, l’arrivo di un nuovo animale in fattoria);
  • eventi nella zona;
  • contenuti che mettono in evidenza le peculiarità della struttura per clienti target (business o leisure);
  • foto simpatiche con gli ospiti e lo staff;
  • eventuali offerte o disponibilità;
  • recensioni e testimonianze.

Insomma, se uno vuole, ci sono un sacco di contenuti da poter sviluppare.

La Pagina Facebook è una presentazione della tua struttura ricettiva e, se ben curata, sarà piacevole navigarla, dando così un’immagine positiva.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row animate=””][vc_column width=”1/3″][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_raw_html]JTNDZGl2JTIwaWQlM0QlMjJmYi1yb290JTIyJTNFJTNDJTJGZGl2JTNFJTBBJTNDc2NyaXB0JTNFJTI4ZnVuY3Rpb24lMjhkJTJDJTIwcyUyQyUyMGlkJTI5JTIwJTdCJTBBJTIwJTIwdmFyJTIwanMlMkMlMjBmanMlMjAlM0QlMjBkLmdldEVsZW1lbnRzQnlUYWdOYW1lJTI4cyUyOSU1QjAlNUQlM0IlMEElMjAlMjBpZiUyMCUyOGQuZ2V0RWxlbWVudEJ5SWQlMjhpZCUyOSUyOSUyMHJldHVybiUzQiUwQSUyMCUyMGpzJTIwJTNEJTIwZC5jcmVhdGVFbGVtZW50JTI4cyUyOSUzQiUyMGpzLmlkJTIwJTNEJTIwaWQlM0IlMEElMjAlMjBqcy5zcmMlMjAlM0QlMjAlMjIlMkYlMkZjb25uZWN0LmZhY2Vib29rLm5ldCUyRml0X0lUJTJGc2RrLmpzJTIzeGZibWwlM0QxJTI2dmVyc2lvbiUzRHYyLjglMjZhcHBJZCUzRDE2Njc1MzQ5NTY4NDYzOTglMjIlM0IlMEElMjAlMjBmanMucGFyZW50Tm9kZS5pbnNlcnRCZWZvcmUlMjhqcyUyQyUyMGZqcyUyOSUzQiUwQSU3RCUyOGRvY3VtZW50JTJDJTIwJTI3c2NyaXB0JTI3JTJDJTIwJTI3ZmFjZWJvb2stanNzZGslMjclMjklMjklM0IlM0MlMkZzY3JpcHQlM0UlMEElM0NkaXYlMjBjbGFzcyUzRCUyMmZiLXBhZ2UlMjIlMjBkYXRhLWhyZWYlM0QlMjJodHRwcyUzQSUyRiUyRnd3dy5mYWNlYm9vay5jb20lMkZXZWJNYXJrZXRpbmdFZmZpY2FjZSUyRiUyMiUyMGRhdGEtc21hbGwtaGVhZGVyJTNEJTIyZmFsc2UlMjIlMjBkYXRhLWFkYXB0LWNvbnRhaW5lci13aWR0aCUzRCUyMnRydWUlMjIlMjBkYXRhLWhpZGUtY292ZXIlM0QlMjJmYWxzZSUyMiUyMGRhdGEtc2hvdy1mYWNlcGlsZSUzRCUyMnRydWUlMjIlM0UlM0NibG9ja3F1b3RlJTIwY2l0ZSUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTIwY2xhc3MlM0QlMjJmYi14ZmJtbC1wYXJzZS1pZ25vcmUlMjIlM0UlM0NhJTIwaHJlZiUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTNFV2ViTWFya2V0aW5nJTIwRWZmaWNhY2UlM0MlMkZhJTNFJTNDJTJGYmxvY2txdW90ZSUzRSUzQyUyRmRpdiUzRQ==[/vc_raw_html][/vc_column][vc_column width=”1/3″][/vc_column][/vc_row][vc_row animate=””][vc_column][vc_column_text]

Facebook come una reception

Eh sì, proprio così.

Proprio per la velocità di esecuzione e per la sua diffusione, Facebook potrebbe diventare un valido strumento di assistenza clienti, che attraverso Facebook Messanger potranno chiedere informazioni, tariffe, fare domande… esattamente come farebbero al telefono o se fossero davanti a te come clienti walk in.

Ecco due esempi:[/vc_column_text][vc_single_image image=”11894″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_single_image image=”11895″ img_size=”full” alignment=”center”][distance][vc_column_text]In questo modo lo strumento Facebook viene usato in modo strategico, diventando uno strumento attivo nel processo di acquisto dei tuoi futuri clienti.

Saranno molto importanti la velocità di risposta ed il linguaggio che userai per convincere l’utente a diventare un ospite della tua struttura ricettiva.

La stessa cosa può essere fatta anche dal sito web (sia da desktop che da smartphone) grazie ad uno strumento molto utile e facile da implementare: Facebook Live Chat (link al sito qui).

In altre parole è come avere una chat sul sito, usando però lo strumento Facebook Messanger.

PRO: un utente sul sito web può mettere facilmente “Mi piace” alla Pagina, generando quindi nuove connessioni, permettendo di poterlo raggiungere in un secondo momento.

CONTRO: è necessario che l’utente usi Facebook, altrimenti non può usarlo.
Valuta come alternative l’implementazione di una vera chat oppure di WhatsApp (link diretto qui).

Conclusioni

Ricorda che, come molti altri, Facebook è solo uno strumento e come tale deve essere integrato all’interno della strategia di web marketing della tua struttura ricettiva.

Il suo utilizzo deve essere coordinato con gli altri strumenti che sono parte integrante del processo di acquisto del settore turistico.

Usarlo in modo slegato non solo può essere dannoso per la tua immagine, ma anche per il tuo portafogli.

In un prossimo articolo ti spiegherò come usare Facebook ADS per intercettare nuovi clienti partendo da quel che già hai, ottimizzando i costi della pubblicità a pagamento su Facebook.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.

Se hai piacere puoi lasciare un commento qui sotto. Alla prossima!

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Pagine duplicate su Facebook: un problema da risolvere subito!

E’ capitato più volte che i miei clienti, senza accorgersene, avessero pagine duplicate su Facebook.
Ti spiego quali sono i rischi e come risolvere il problema definitivamente. Leggi l’articolo!

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Solo questa settimana mi sono capitati 3 casi in merito al problema delle pagine duplicate su Facebook e… una volta passi, anche due… ma alla terza è il caso di approfondire, non credi?

Cosa sono le pagine duplicate e perché ci sono?

Sono pagine (di solito categorizzate come “luoghi” o “imprese locali”) che vengono create automaticamente da Facebook, in base alle risorse che ha a disposizione, ad esempio le mappe.

E’ piuttosto facile identificarle perché non essendo rivendicate dai proprietari dell’attività sono prive di qualsiasi informazione che non siano il nome e l’indirizzo.

Quali problemi possono creare?

Semplice: gli utenti si registrano e pubblicano contenuti sulla pagina sbagliata, non portando valore aggiunto all’attività.

Il problema più dannoso sono però le recensioni: gli utenti pubblicano commenti sulla loro esperienza (ad esempio in un ristorante o in una struttura ricettiva) in una pagina priva di controllo e quasi invisibile.

In questo caso non penso che sia solo un problema,

ma proprio un danno per l’attività,

che non è a conoscenza della presenza di una pagina “alter ego” a quella ufficiale.

E sai cosa succede frequentemente?

Quando un utente pubblica una recensione su Facebook, viene inviata una notifica che mostra la recensione a tutti i suoi amici e spesso, proprio per riprova sociale, mettono anche Mi Piace alla pagina… quella sbagliata però!

Questi utenti non vedranno nessun post nella propria bacheca, non potranno interagire con nessun contenuto e quindi si potrebbe presentare una possibilità di perdita di clienti per quell’attività.

Allo stesso tempo, nella pagina “ufficiale” ci saranno recensioni e contenuti mancanti.

Sappiamo benissimo che i contenuti, le registrazioni ed in particolar modo le recensioni sono alla base della visibilità organica di una pagina Facebook, quindi uno dei rischi reali potrebbe essere proprio la perdita di visibilità.

Come fare per accorgersi di pagine duplicate su Facebook?

Molto semplice: prova a cercare su Facebook il nome della tua attività e premi “Invio”.

Questo è il risultato scrivendo il nome dell’attività di un cliente che ha una pagina duplicata.[/vc_column_text][vc_single_image image=”11717″ img_size=”full” alignment=”center”][distance type=”2″][vc_column_text]E’ una casa vacanze, ma gli utenti spesso la identificano come agriturismo.

Puoi notare che la prima, quella ufficiale, ha il logo in anteprima ed entrando dentro troviamo tutte le informazioni ed i contenuti, mentre la seconda, quella duplicata, è priva di logo, ha soltanto 20 Mi Piace, ma ha anche 2 recensioni (purtroppo).

Provando ad entrare sono presenti foto e video pubblicati dai clienti durante le loro vacanze.

E’ necessario risolvere il problema inglobando la pagina duplicata in quella ufficiale.

Unire due pagine Facebook

A questo punto dobbiamo procedere all’unione delle due pagine Facebook per non rischiare perdere ulteriori contenuti preziosi, perché quelli attuali purtroppo andranno persi, comprese le recensioni.

Porteremo con noi soltanto i Mi Piace e le registrazioni.

Unire le due pagine non è difficile, è una normalissima procedura, ma è necessario essere consapevoli che una volta avviata è irreversibile.

Per iniziare la procedura devi andare nelle impostazioni generali della pagina (in alto a destra se sei da desktop) ed una delle ultime voci è “unisci pagine”.

Facebook ti chiederà quali sono le pagine in causa e quale delle due dovrà essere quella che rimarrà pubblicata.

Non mi dilungo nel pubblicare una guida, ce ne sono tantissime online e ricordati che eventualmente puoi sempre fare affidamento anche sull’assistenza Facebook.

Il motivo di questo post

Porre alla tua attenzione il fatto che, ad insaputa, potrebbe esserci una pagina della tua attività “alter ego” a quella ufficiale e che i rischi concreti sono:

  • perdita di visibilità
  • perdita di contenuti preziosissimi per la riprova sociale (post, foto, video e soprattutto recensioni)

Ti consiglio di andare a controllare subito, ma… aspetta!

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.

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La differenza tra processo d’acquisto dei clienti e processo di vendita

La vendita è la conseguenza naturale del processo di acquisto. Per ogni prodotto o servizio che viene comprato ce n’è uno che viene venduto. E’ il punto di vista che cambia, ma non è banale. Leggi l’articolo!

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ho a che fare con questo argomento ogni giorno, in ogni progetto.

Mi chiedono sempre “Voglio fare il sito” oppure “Voglio essere primo su Google”, tralasciando sempre la cosa più importante: il comportamento di acquisto dei clienti, sapere come e perché acquistano da noi (oppure no).

Spesso il sito web non è la priorità ed è inutile essere primi su Google per parole chiave che non cerca nessuno oppure avere un sito dove è praticamente impossibile riuscire a comprare o a contattare l’azienda per avere informazioni.

Per questo è importante ottimizzare le varie fasi del processo di acquisto dei clienti.

La vendita è la conseguenza naturale del processo di acquisto

Per ogni prodotto o servizio che viene comprato ce n’è uno che viene venduto.

E’ il punto di vista che cambia, sembra banale ma non lo è.

Avere chiara la differenza tra processo d’acquisto e processo di vendita è uno dei punti di partenza per analizzare ed ottimizzare le diverse fasi di qualsiasi business online ed offline (o tutti e due se vogliamo).

Da quando ho iniziato a studiare questo argomento (il Connection Funnel) è cambiata la mia carriera ed il modo di impostare ogni progetto, con miglioramenti davvero notevoli in termini di risultati, quindi sono certo che queste informazioni potranno essere utili anche a te.

Partiamo subito dalla terminologia:

Cos’è il processo di acquisto

Il processo di acquisto è procedimento mentale e pratico mediante il quale una persona decide di acquistare un prodotto o un servizio.

Fa strano a dirsi, ma ognuno di noi, ogni giorno, compie diversi processi di acquisto. Pensiamoci bene.

Le fasi sono esattamente 4 e partendo da quella più lontana all’acquisto sono:

  • la scoperta o la ricerca del problema o dell’esigenza;
  • l’acquisizione delle informazioni per risolvere il problema o l’esigenza;
  • la fase di acquisto;
  • la soddisfazione o insoddisfazione del prodotto o servizio acquistato (inevitabile).

Di ognuna delle 4 fasi ci sarebbe da parlare per settimane, ma è facilmente comprensibile che per ogni settore merceologico il processo di acquisto è diverso, può essere influenzato da fattori differenti e può durare più o meno tempo.

Facciamo degli esempi: scegliere un’assicurazione sulla vita, prenotare una settimana in hotel o un tavolo al ristorante, comprare delle lenti a contatto o un paio di scarpe, sono tutti prodotti differenti ed hanno processi di acquisto completamente differenti.

Per comprare un impianto fotovoltaico non ho bisogno delle stesso informazioni che per comprare un paio di scarpe, credo sia chiaro.

Per ognuno di questi esempi il potenziale cliente percorre sempre tutte e 4 le fasi e sapere come si muove da una fase verso quella successiva permette realmente di ottenere risultati in termini di acquisizione nuovi clienti e vendite, quindi di fatturato (gli unici numeri che interessano a chi ha una partita iva).

Cos’è il processo di vendita

Il processo di vendita è il processo acquisto al contrario.

Diciamo che è lato venditore e più ogni fase è curata, maggiori saranno le possibilità che un potenziale cliente percorra l’intero processo di acquisto e che quindi compri il nostro prodotto o servizio.

Sembra banale, ma è possibile ottimizzare il processo di vendita soltanto se si conosce il processo di acquisto ed è qui la “buccia di banana”, perché la stra-grande maggioranza degli imprenditori non si pone il problema, lasciando spesso al caso il destino della propria attività.

Il processo di acquisto si analizza, mentre il processo di vendita si ottimizza nelle varie fasi.

Per migliorare le vendite è necessario partire proprio dalla parte finale del processo di acquisto, ovvero la cosa più preziosa che ogni azienda possa avere: i proprio clienti.

Cercare di ottenere il massimo beneficio (in termini di euro) dai propri clienti non solo è meno costoso, ma decisamente più veloce.

I clienti possono fare 2 cose per noi: comprare di nuovo e farci pubblicità.

Ho letto da qualche parte che in media il 65% del fatturato di un’azienda è generato dai clienti fidelizzati, non da quelli nuovi. Mi sembra ragionevole, non credi?

In che modo possiamo aumentare la visibilità della nostra azienda in maniera diciamo… conveniente? Attraverso il passaparola e le recensioni (se vuoi approfondire ho scritto un articolo sulle recensioni interessante qui).

Dalla fase di soddisfazione/insoddisfazione si sale e passiamo alla fase di acquisto.

E’ inutile investire in traffico (ad esempio su Google o su Facebook) se nel sito web non si riesce a comprare o a contattare l’azienda, o magari non è possibile navigare bene il sito da smartphone.
E’ necessario prima sistemare i problemi e gli eventuali colli di bottiglia, poi investire in pubblicità! (se vuoi approfondire ho scritto un articolo qui).

Salendo ancora troviamo la fase di acquisizione delle informazioni, dove forniamo contenuti ai nostri potenziali clienti per capire bene quello che è il nostro prodotto o servizio e come risolve il SUO problema o la SUA esigenza.

Non stiamo ancora vendendo, ma è qui che andiamo a creare e a gestire i legami (chiamati “connessioni”) con i nostri potenziali clienti per spingerli verso l’acquisto vero e proprio.

Questa fase è cruciale in particolare modo per i processi di acquisto più complessi, ad esempio un impianto fotovoltaico, un’assicurazione sulla vita o l’agenzia di web marketing a cui affidare il la nostra azienda (il riferimento non è casuale, non ho saputo resistere).

La domanda da porsi qui è “Di quali e quante informazioni ha bisogno il mio potenziale cliente per comprare il mio prodotto o servizio?”.

Dobbiamo innanzitutto creare un legame con lui per poterlo ricontattare successivamente e fornire le informazioni di cui ha bisogno.

I tipi di connessione sono ad esempio la mail, il numero di telefono o il like alla pagina Facebook.

Per poter fare tutto questo servono potenziali clienti, persone interessate al nostro prodotto o servizio, giusto?

Come facciamo ad intercettarli?
Esistono solo 2 modi: attraverso una ricerca o una scoperta.

Se cerco un prodotto, ad esempio tramite i motori di ricerca, l’azienda deve fare in modo di essere trovata nel momento in cui compio quella ricerca, altrimenti non venderà mai.

La scoperta invece può avvenire in modi diversi: dal passaparola, al cartellone pubblicitario ad un annuncio su Facebook, ecc…
E’ abbastanza intuibile che è la fase più lontana all’acquisto.

Esempi pratici

Il web marketing è un amplificatore, tienilo bene in mente.

Se la tua attività è mal recensita, non devi preoccuparti di acquisire nuovi clienti, ma di migliorare prima la tua reputazione.

Se sul tuo sito web è difficile riuscire a contattarti, o comprare (se hai un ecommerce), o ancor peggio non è ottimizzato per la navigazione da mobile, la priorità non è portare traffico al sito, ma migliorarne prima l’usabilità.

Se vendi impianti fotovoltaici, non proporre immediatamente la vendita perché non venderai mai, non sono ancora pronto a comprare.
Piuttosto trova il modo di potermi inviare le informazioni che mi servono e dimmi perché dovrei comprarlo proprio da te.
Solo dopo proponi l’offerta giusta per me.

Salendo ancora (siamo nella fase più in alto del processo di acquisto), puoi avere l’azienda più bella e migliore del mondo ma se non ti trovano o non fai in modo di far scoprire che esisti, non avrai mai dei clienti.
Per questo si chiamano “investimenti pubblicitari”.

Potrei farne a centinaia di esempi, ma sono sicuro che tu abbia capito.

Una volta analizzato il processo di acquisto dei tuoi clienti (dall’alto) ottimizza tutte le 4 fasi partendo però dal basso, altrimenti rischi di buttar soldi.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
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Web Marketing Turistico: 5 Consigli Pratici a Costo Zero

Web marketing per strutture turistiche: 5 consigli pratici a costo zero per aumentare le prenotazioni ed ottimizzare gli investimenti. Scoprili subito!

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nel web marketing turistico ci sono tantissimi fattori che concorrono per ricevere prenotazioni, ma troppo spesso ci concentriamo solo sugli investimenti, non pensando anche ad altri fattori che possono risultare davvero importanti per migliorare i risultati.

Nella mia esperienza (dal 2003) ho avuto la fortuna di visitare tantissime strutture ricettive, ma quasi nessuno aveva pensato che questi 5 consigli a costo zero avrebbero potuto migliorare ancora le conversioni.

Eccoli qui:

Anticipa le possibili domande dei viaggiatori

Quante volte ti vengono poste le stesse domande dai clienti durante il loro soggiorno? Tante vero? Inserisci nel tuo sito una pagina “domande e risposte”.

Scommetto che non saranno pochi gli accessi a questa pagina, perché rassicura gli utenti e rende ancora più facile la raccolta delle informazioni che gli servono per scegliere la tua struttura rispetto ad un concorrente.

Hai scritto che c’è un ampio parcheggio, la Wi-Fi gratis, che il mare è solo a pochi minuti in auto, ecc…?
Riscrivi queste informazioni nelle F.A.Q. (Frequently Asked Questions), sarà un ottimo riepilogo dei tuoi servizi ed il tuo potenziale cliente apprezzerà sicuramente (anche Google).

Riduci la distanza con l’utente

Più modalità di contatto fornisci agli utenti e più possibilità avrai che diventino tuoi Clienti.

Una chat potrebbe essere un valido strumento per intercettare gli utenti da pc ed invogliarli a chiedere informazioni o semplicemente rassicurarli sul fatto che sei fisicamente lì, a portata di click.

Tante persone si peritano a scrivere una mail per i più svariati motivi e permettere loro di poter “dialogare” in diretta con te può essere sicuramente un ottimo modo per portare a casa più prenotazioni.

E’ come essere un commesso in un negozio e di chat in Rete ce ne sono tantissime gratuite e che funzionano benissimo.

Potresti provare anche Messanger e WhatsApp, per favorire il contatto con utenti che preferiscono questi strumenti e che stanno navigando sul tuo sito da smartphone.

Con questi strumenti non solo riduci la distanza tra te ed i viaggiatori, ma rimangono anche tracciate le conversazioni, permettendoti di ricontattarli in un secondo momento.

Crea un hashtag

L’hashtag (il “cancelletto” prima di una parola, il mio ad esempio è #webmarketingefficace) è un ottimo modo per poter rintracciare sui social network contenuti specifici e nel caso della tua struttura potresti scoprire post di cui non saresti mai venuto a conoscenza.

Se stimoli i tuoi clienti a postare sui loro social con il tuo hashtag, potrai usufruirne per condividerli sulla tua pagina Facebook o su Instagram, ottenendo così contenuti sempre freschi, gratuiti, ma soprattutto altamente referenziali.

Potresti addirittura creare una pagina “Guestbook” sul tuo sito dove raccogliere queste informazioni, magari con i post più carini ed interessanti.

Come fare? Potresti provare a mettere un piccolo volantino alla reception e qualche cartello (non troppo grosso) nelle zone principali della tua struttura, come la piscina, la sala comune o il ristorante.
Qualcosa di non troppo evidente ma che si veda!

Riduci il form di richiesta informazioni all’indispensabile per la conversione

A cosa ti serve sapere l’indirizzo o il numero di telefono o la data di nascita del viaggiatore al momento in cui ti vuole chiedere un’informazione o verificare la disponibilità?

A nulla!

Troppo spesso vedo form infiniti che ottengono un solo risultato: abbassare il tasso di conversione!

Come risolvere? In questa fase chiedi solo le informazioni strettamente necessarie:

  • il nome
  • la mail
  • la data di arrivo e partenza
  • numero di persone
  • messaggio

Ti serve altro per evadere una richiesta di informazioni? Non credo.
Le persone non hanno né troppa voglia, né tempo da dedicare alla compilazione di dati, soprattutto quelli non necessari per poter ottenere una risposta in prima battuta.

Meno campi l’utente deve compilare e più si alzano le conversioni.

Il resto delle informazioni puoi sempre chiederlo in una seconda fase, quando la prenotazione andrà a buon fine ed il tuo cliente sarà anche più propenso a fornirle.

Ai miei clienti ho fatto togliere anche la richiesta del numero di telefono perché, non essendo un campo obbligatorio, non lo compilava quasi nessuno.

Ogni campo in più è una percentuale di conversioni in meno.

Rimani in contatto con i tuoi Clienti

Ti faccio una domanda: dopo che il tuo cliente ha soggiornato nella tua fantastica struttura ricettiva ti fai risentire ogni tanto?

Con il termine “ti fai risentire” intendo che tantissime strutture turistiche (esattamente come tantissime aziende comuni) continuano ad investire su potenziali clienti nuovi piuttosto che coccolare quelli che sono già clienti.

Le aziende, spesso, investono tante risorse per generare nuovi clienti quando potrebbe essere molto meno costoso lavorare su coloro che lo già.

Come fare? Mantenendo un contatto con gli strumenti più disparati: email, newsletter, sms, lettera cartacea, ecc… Basterebbe poco!

Non più tardi di una settimana fa con un mio cliente abbiamo creato per la prima volta una lista clienti ai quali abbiamo inviato una mail con un’offerta weekend.
Tempo 2 ore è arrivata la prima prenotazione.

Prenotazione vuol dire nuova liquidità generata da un cliente sul quale avevamo già investito in precedenza e che ora stiamo solo capitalizzando.

Prenotazione vuol dire abbattimento del costo di acquisizione e non è cosa da poco.

Con quali contenuti rimanere in contatto con i clienti?

Ce ne sono un monte, bisognerebbe valutare caso per caso, ma i più generici e classici sono:

  • informative su eventi in zona
  • inviti per weekend speciali e riservati
  • nuovi servizi (sauna, massaggi in loco, biglietti ai parchi, ecc…)
  • gli auguri di compleanno e di Natale
  • le foto più belle della stagione passata
  • offerte strettamente riservate (per davvero però)
  • premi e riconoscimenti conseguiti (es. punteggio su TripAdvisor o Agriturismo.it)

Come dicevo prima: a volte basta davvero poco.

Un consiglio importante: NON inviare solo offerte altrimenti rischiate di diventare noiosi e la dis-iscrizione è a portata di click.

Tenersi in contatto con i clienti è sicuramente un modo per farsi ricordare ed essere tra le prime scelte quando si presenta l’opportunità di un weekend fuori stagione o ri-prenotare le vacanze estive.

Crea una campagna Brand con Google Adwords

Prova a cercare su Google il nome della tua struttura.

Scommetto che il primo risultato è Booking.com, vero?

Uno dei tuoi obiettivi è disintermediare dalle OTA (le agenzie online) e per questo dovresti cercare di occupare con il tuo sito web più spazi possibili nei risultati di ricerca.

Prova a creare una campagna con Google Adwords comprando il nome della tua struttura ricettiva (in gergo chiave brand).

Ogni click ti costerà molto poco, ma otterrai ogni volta uno spazio in più nei risultati di Google e molte possibilità in più che i viaggiatori prenotino sul tuo sito web piuttosto che sulle OTA.

Almeno proviamo a rendergli la vita un po’ più difficile, non trovi?

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Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
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Gli 8 errori più comuni su Facebook. Non commetterli anche tu!

Facebook è uno strumento che uso tantissimo e non passa giorno che non mi capitino davanti gli occhi post, o ancor peggio sponsorizzazioni, con errori macroscopici. Scoprili in questo articolo.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quali sono gli errori più comuni che mi capita di vedere su Facebook?

Facebook è uno strumento che uso tantissimo per far ottenere ai miei clienti risultati concreti, ma non passa giorno che non mi capitino davanti gli occhi post, o ancor peggio sponsorizzazioni, con errori macroscopici.

Vediamo insieme quelli principali:

1) Usare il profilo personale e non una Pagina

Questo è ancora uno degli errori più comuni, ma soprattutto più pericolosi, oltretutto molto limitante per qualsiasi tipo di attività, ecco perché:

  • non si possono avere più di 5.000 amici
  • non si possono aggiungere informazioni importanti per una qualsiasi attività (orari, posizione geografica, ecc…)
  • non si possono inserire offerte e/o un catalogo prodotti
  • i contenuti non vengono posizionati dai motori di ricerca
  • si devono accettare manualmente le connessioni (l’amicizia bisogna accettarla, il Mi Piace no)
  • NON SI POSSONO OTTENERE RECENSIONI (uno strumento fondamentale)
  • non si possono ottenere informazioni sui risultati (sulla Pagina si chiamano Insight)
  • non si può fare pubblicità

Prima ho usato anche il termine “pericoloso” perché è semplicemente ILLEGALE e se Facebook se ne accorge (oppure qualcuno glielo segnala) la pena è la CHIUSURA DELL’ACCOUNT.

Come risolvere? Migrando il profilo personale su una pagina.
E’ abbastanza semplice e gratuito, ma soprattutto legale.

Inoltre, come potresti dividere la tua sfera personale dal lavoro? Usa il profilo personale per interagire con amici e conoscenti e lascia alla Pagina il compito di sviluppare e promuovere la tua attività lavorativa.

Ecco il link alla guida ufficiale di Facebook per trasformare un profilo personale in una Pagina.

2) Non ottimizzare l’immagine di copertina per smartphone

Un errore banale, ma ancora molto evidente su tantissime Pagine.

Facebook è usato per la stra-grande maggioranza degli utenti via smartphone e vedere un’immagine troncata o ancora peggio un testo non è che sia proprio il massimo.

Qui trovi una guida per le dimensioni corrette dell’immagine di copertina Facebook.

3) Pubblicare informazioni sbagliate

Non c’è cosa più detestabile di questa, ma purtroppo anche questo è un errore che vedo spesso.

Immaginiamo un’attività locale che ha inserito su Facebook l’indirizzo e gli orari di apertura, ad esempio Via Roma numero 1, aperto tutti i giorni tranne la domenica ed il lunedì.

Caso 1: il cliente si reca in Via Roma, 1 ed invece di quell’attività ne trova un’altra perché il negozio si è trasferito.

Caso 2: il cliente si reca in Via Roma, 1 di mercoledì e trova chiuso perché è cambiato il giorno di riposo settimanale.

Caso 3: il cliente scopre la pagina Facebook e vuole sapere di più sui prodotti, nelle informazioni vede che l’attività ha un sito web, clicca sul link per accedere ed atterra su una pagina bianca (in gergo tecnico si chiama errore 404).

In tutti e 3 i casi otteniamo un cliente scontento e possibili vendite mancate.

4) Non avere un sito web adattato agli smartphone

Abbiamo appena parlato di un link errato verso un sito web, ma quante volte atterriamo su siti web impossibili da navigare con il telefonino perché non adattati?

Lo sai che le navigazioni da smartphone sono superiori rispetto a quelle da computer?

Questo è sicuramente l’errore più comune e più dannoso per un’attività di qualsiasi tipo.

Quello che più mi fa pensare è che tante aziende che commettono questo errore fanno anche pubblicità su Facebook cercando di portare gli utenti sul quel tipo di sito!

Risultato? Gli utenti, scocciati, escono dal sito.

Se da una parte abbiamo soldi mal investiti dall’azienda, dall’altra una mancata vendita da un potenziale cliente interessato.

Trovi un articolo interessante a riguardo sull’usabilità di un sito web cliccando qui.

5) Pensare che Facebook sia gratis

Lo sai che le statistiche dicono che la portata media di un post organico (non a pagamento) su Facebook sia soltanto del 15% circa?

Se vuoi essere certo di poter raggiungere con i tuoi contenuti tutti i fan connessi alla tua Pagina o ancor meglio vuoi ottenerne di nuovi bisogna dare i soldi a Mr Facebook.

Lo so, dispiace anche a me.

Facebook è uno strumento estremamente potente per ottenere risultati concreti, ma NON E’ GRATUITO.

6) Intercettare le persone sbagliate

Capisco perfettamente che intercettare il pubblico potenziale sia una cosa non proprio facilissima, ma a volte vedo errori davvero grossolani!

Ti racconto gli ultimi che mi vengono in mente:

Caso 1: post sponsorizzato di una palestra vicino Pontedera (io vivo a Rosignano Solvay) che invita a provare i nuovi corsi.

Eh, sì! Ora mi faccio 1 ora di viaggio ad andare ed 1 ora a tornare per andare in palestra!

Caso 2: agriturismo in provincia di Livorno (in cui risiedo) che sponsorizza su di me la propria struttura ricettiva, addirittura con un’inserzione in lingua tedesca.

Mah!

Caso 3: mi piace il calcio e tifo Milan (ognuno ha i propri pregi e difetti). Un ecommerce di articoli sportivi mi intercetta con un’inserzione della maglia dell’Inter.

Ma sei impazzito?

Sbagliare target in modo così grossolano porta ad un unico risultato: buttare via soldi.

Creare buoni contenuti, ma con immagini sbagliate

Un post o un’inserzione pubblicitaria su Facebook sono composti da 2 strumenti principali: il testo e le immagini.

Per creare un buon testo bisogna essere bravi ad essere concisi e capaci di incuriosire l’utente, cercando di far compiere un’azione all’utente (in gergo un’interazione).

Le immagini, importantissime, hanno 2 ruoli fondamentali:

  • attirare l’attenzione
  • supportare il testo

Pubblicare un post senza una buona fotografia a supporto può abbassarne i risultati, perché potrebbe “nascondersi” nella schermata (soprattutto via smartphone) insieme agli altri post.

Usare un’immagine permette di ottenere più spazio a disposizione nella videata e quindi avere maggiori possibilità di catturare l’attenzione degli utenti.

Ma ti dirò di più: cerca di sfruttare le immagini per invogliare l’utente a compire un’azione o perlomeno a soffermarsi sul post.

Se vendi prodotti non usare solo 1 fotografia, ma usane diverse, magari da diverse angolazioni.

Altra cosa importantissima, se ad esempio vendi abbigliamento o accessori: usa foto indossate!
In questo modo permetterai all’utente di immedesimarsi, di vedere come calzano e con le foto di dettaglio potrà apprezzare meglio i tuoi prodotti.

Il principio è esattamente quello del manichino nelle vetrine.
Un post su Facebook non è altro che la tua vetrina in digitale, quindi perché dovresti considerarlo diversamente?

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
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Perchè un’attività locale non dovrebbe fare webmarketing?

L’obiettivo di qualsiasi impresa è ottenere fatturato ed i negozi e le attività locali non sono certo differenti da questa logica: quindi perché un’attività locale non dovrebbe fare web marketing? Scoprilo qui.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’obiettivo di qualsiasi impresa è generare fatturato ed i negozi e le attività locali non sono certo differenti da questa logica: quindi perché un’attività locale non dovrebbe fare web marketing?

Non immagini neanche quante volte mi sia stato detto “Eh, ma la mia è solo una piccola realtà locale!” oppure “Il mio è solo un piccolo negozio di paese!”.

Ad esempio Rosignano Marittimo, il comune dove abito, conta circa 32.000 abitanti ed essendo una località turistica nei mesi estivi la popolazione aumenta notevolmente.
Ti pare poco? Mi sembra un bacino di utenza sufficientemente ampio a cui attingere, non trovi?

Qualsiasi attività, anche quelle locali, hanno la possibilità di usare gli strumenti di web marketing per fidelizzare i propri clienti e generarne di nuovi.

Come promuoversi dunque? Quali strumenti online utilizzare?

La risposta cambia da settore a settore, ma NON IL METODO: L’ANALISI DEL PROCESSO DI ACQUISTO.

Le domande principali sono sempre le stesse: chi sono i tuoi clienti? Quale problema/esigenza risolve il tuo prodotto? A cosa sono interessati? Quali siti web o applicazioni usano? I clienti cercano il tuo prodotto/servizio online? Il tuo prodotto è rivendibile nel tempo?

Iniziamo con le cose pratiche: la ricerca e la scoperta, ovvero la domanda consapevole e la domanda latente (se vuoi puoi anche approfondire in questo articolo).

LA RICERCA

Per ottenere risultati è necessario essere trovati quando l’utente compie una specifica ricerca, anche se l’attività non possiede un sito web.

Il minimo che un’attività locale debba fare è essere presente nelle mappe di Google ed aver creato/rivendicato la propria scheda su Google My Business.

Quali sono i vantaggi:

  • comparire in alto nelle ricerche (soprattutto da smartphone);
  • aiutare gli utenti a raggiungere l’attività (non sottovalutare i navigatori delle auto);
  • effettuare una chiamata velocemente;
  • avere uno spazio per ottenere recensioni da parte dei clienti ed aumentare la visibilità.

Ecco un esempio:

i risultati di una ricerca locale

 

Se non lo hai ancora fatto ti consiglio vivamente di farlo subito (se ti serve supporto chiamami).

LA SCOPERTA

Abbiamo appena chiarito che un prodotto/servizio può essere cercato su Google, ma è altrettanto vero che possa essere anche SCOPERTO.

La stessa cosa vale per un’attività locale. Quante volte ti è capitato di scoprire un’attività di cui non conoscevi l’esistenza nella tua zona?

Come possiamo far scoprire il nostro prodotto/servizio ed entrare in contatto con nuovi potenziali clienti vicini alla nostra attività, quando NON lo stanno cercando?

La risposta corretta che un buon consulente di webmarketing fornisce è DIPENDE.

Dipende dal settore, dal tipo di clienti, ecc… insomma sempre dalla solita cosa: dal processo di acquisto.

Molto probabilmente, per la diffusione massiccia e la grande frequenza di utilizzo, Facebook POTREBBE rivelarsi uno strumento adatto.

Le nostre informazioni, le abitudini, gli spostamenti, gli interessi e tutto il resto vengono immagazzinate e memorizzate dall’algoritmo di Facebook e sono a completa disposizione degli inserzionisti.

Grazie a questo princìpio è facile che se dimostriamo di tifare una squadra di calcio Facebook ci suggerirà contenuti che riguardano proprio il calcio o addirittura la nostra squadra preferita.

Potremmo perciò essere raggiunti facilmente da inserzionisti che vogliono mostrare contenuti specifici proprio per prodotti/servizi inerenti il calcio o la nostra squadra, ad esempio un negozio di articoli sportivi a pochi chilometri di distanza.

Un altro esempio: se dichiariamo di essere vegani oppure dimostriamo di essere interessati ad argomenti che riguardano il veganismo, su Facebook potremmo visualizzare più spesso contenuti o messaggi pubblicitari riguardo ristoranti vegani vicini o negozi che propongono prodotti per vegani vicino casa.

Se su Facebook parliamo o dimostriamo interesse per l’argomento “bambini”, potremmo essere raggiunti da pubblicità di negozi per bambini, da fotografi specializzati per ritratti ai bambini, da negozi che vendono articoli per feste.
Inoltre, se nei commenti con gli amici dichiariamo anche l’età dei nostri bimbi, i contenuti pubblicitari potrebbero essere ancora più specifici (trovi un caso studio davvero interessante qui).

Ecco un esempio di profilazione con Facebook Ads:

esempio potenzialità Facebook ads

 

Questi sono semplici esempi per far comprendere meglio cosa sia la PROFILAZIONE e come sia possibile a volte vedere pubblicità su Facebook così affini a quello che ci piace, ma torniamo all’argomento principale: la scoperta di un prodotto/servizio.

Un’attività locale POTREBBE sfruttare Facebook per raggiungere SOLO un certo tipo di persone nella propria zona per farsi scoprire e successivamente invogliarle a visitare il punto vendita.

Ma andiamo per gradi: farsi scoprire è solo il primo di tanti passaggi, il successivo è CREARE UNA CONNESSIONE perché non è detto che una persona sia già pronta all’acquisto.

Una connessione può permettere di informare il potenziale cliente, di stringerci un rapporto (seppur virtuale al momento), di farci conoscere e solo successivamente ottenere una visita nel punto vendita.

Senza un collegamento tra il potenziale cliente e l’attività (ad esempio la pagina Facebook) il processo si interrompe, generando una spesa e non un investimento pubblicitario efficace.

Quando viene generata una connessione, ad esempio attraverso il like alla pagina Facebook, una persona può essere raggiunta sia con post organici che con inserzioni a pagamento, in questo modo saremo sicuri che un certo contenuto verrà visualizzato.

Questo può permettere ad un’attività locale di informare le persone che sono connesse riguardo a tutto quello che succede, o ad esempio proporre degli sconti riservati, informare di un evento o dell’arrivo di nuovi prodotti nel punto vendita.

Ho avuto il piacere di entrare in contatto con un negozio di abbigliamento che ogni giovedì cambia la vetrina ed inserisce prodotti sempre nuovi.
I clienti vengono raggiunti su Facebook con foto e video e sono invogliati a visitare il punto vendita che non è mai uguale alla settimana precedente.
Risultato: clienti contenti e fatturato in costante aumento.

Facebook è uno strumento estremamente potente e propone agli inserzionisti tante opportunità per mostrare il messaggio giusto alle persone giuste, anche per realtà locali.

In questo articolo non voglio dilungarmi troppo sulle potenzialità di Facebook, ma in caso non le conoscessi, ecco qualche esempio di cosa si possa fare:

  • ogni volta che una persona mette “Mi piace”, commenta o condivide un contenuto di una pagina gli amici lo vedono (passaparola digitale);
  • è possibile mostrare contenuti agli amici o a persone simili ai fan della pagina;
  • è possibile mostrare su Facebook contenuti alle persone che hanno visitato il nostro sito web;
  • e molto, molto altro.

Attraverso tutte queste opportunità un’attività locale potrebbe farsi scoprire da persone che abitano o sono vicine al punto vendita per invogliarle a visitarlo e trasformare quindi un visitatore in un NUOVO CLIENTE.

Ovviamente questi sono alcuni esempi e la parola “dipende” va sempre tenuta in considerazione, Facebook è SOLO UNO STRUMENTO che deve essere utilizzato in funzione di una strategia, altrimenti gli scarsi risultati sono sempre in agguato.

Conclusioni

E’ giusto e più che legittimo che un’attività locale utilizzi strumenti pubblicitari offline (volantini, cartelloni, ecc…), ma c’è una caratteristica unica negli strumenti online:

E’ MISURABILE, quindi sono i numeri che parlano, non le supposizioni.

Avere una visione ESATTA dei ritorni di un investimento pubblicitario credo che sia una delle priorità per qualsiasi attività, in particolare quelle locali.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
Se hai piacere puoi lasciare un commento qui sotto. Alla prossima!

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Le caratteristiche del sito web efficace di una struttura turistica

Quali sono le caratteristiche indispensabili del sito web di un hotel un agriturismo o un B&B rispetto ad altri settori? Scoprilo in questo articolo. Leggi ora!

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quali sono le caratteristiche che deve avere il sito web per una struttura ricettiva?

Solo per rispondere a questa domanda servirebbe un libro, ma vediamo insieme quali sono le peculiarità del sito web di un hotel, un agriturismo o in generale di una struttura turistica, rispetto ad altri tipi di attività online.

Proviamo ad elencarli per poi approfondirli uno ad uno:

  • usabilità (questa sconosciuta)
  • fotografie decenti (per non dire professionali)
  • numero di telefono bene in vista
  • booking online e/o form di richiesta informazioni e disponibilità semplice e veloce
  • idee di viaggio (a cosa serviranno mai?)

Attenersi alle principali regole di usabilità

Abbiamo già parlato di questo “mostro sconosciuto” che porta il nome di usabilità per i siti web, ma riepilogando significa mettere l’utente nelle condizioni di navigare facilmente e velocemente i contenuti, di visualizzarli ed apprezzarli con qualsiasi dispositivo, al fine di ottenere prenotazioni.

E’ necessario tenere sempre presente che per portare traffico sul sito web del nostro hotel abbiamo in qualche modo messo in campo un sacco di risorse e poi… facciamo scappare l’utente perché ha la “colpa” di usare uno smartphone ed il sito è praticamente impossibile da navigare?
E’ importante ricordare che gli accessi via mobile hanno già superato quelli da pc da un pezzo!

Guidiamo l’utente durante la sua navigazione attraverso sezioni chiare e ben impostate, in modo che riesca a trovare facilmente le informazioni di cui ha bisogno e che la sua esperienza risulti piacevole, trascorrendo più tempo nel nostro sito web.

Le foto sono importanti

Questa caratteristiche sembra banale, ma non immagini neanche quante volte mi sia imbattuto in strutture turistiche che avevano sul loro sito web foto buie o sgranate o peggio ancora senza un briciolo di voglia di comunicare, magari fatte con il telefonino <<tanto per internet non devono essere pesanti, vanno bene lo stesso! me lo ha detto mio cuggino>>.

Ti è scattata la risata?

Per non parlare delle foto degli esterni fatte in una giornata nuvolosa o meglio ancora con porte e finestre ben chiuse! Dai, non scherziamo!

Qual è una delle prime domande che ti poni quando scegli una struttura ricettiva per lavoro o per vacanza? Secondo me è “Mi piace? E’ bella?”.

E come può piacere una camera buia, sgranata, senza un minimo di cura?

E allora cosa fai? Facile: vai a cercare altrove! Tradotto: esci dal sito.
La stessa cosa la fanno anche altri utenti.

Nella migliore delle ipotesi, nelle statistiche di monitoraggio su Google Analytics risulterà un’alta percentuale di frequenza di rimbalzo.

Pensi che dedicare qualche centinaio di euro per un fotografo sia chiedere troppo?

Non è necessario chiamare Oliviero Toscani, è più che sufficiente un professionista che sappia valorizzare i tuoi ambienti, rendendoli accattivanti per i tuoi potenziali clienti.

Per una struttura turistica l’investimento (le cose vanno chiamate con il proprio nome) in un servizio fotografico professionale è una delle priorità, tenendo conto che anche grazie a quelle immagini riuscirai ad ottenere prenotazioni.

Parliamoci chiaro: non è che un hotel cambia le camere tutti i giorni o esegue dei lavori esterni tutti i mesi, quindi quel servizio fotografico sarà ammortizzato in diversi anni. Ne vale davvero la pena!

Inoltre tutte quelle bello fotografie possono essere utilizzate anche su altri canali (Boykin.com, Agriturismo.it, TripAdvisor, la scheda su Google, social, ecc…).

Numero di telefono sempre bene in vista

Nel processo di acquisto del settore turistico c’è sicuramente la possibilità che alcuni utenti scelgano di telefonare direttamente alla struttura per ricevere maggiori informazioni.

Io ad esempio sono esattamente così: quando sono indeciso tra 2/3 strutture ricettive telefono sempre perchè non ho molta voglia di aspettare la risposta via email e poi diciamocelo: una certa disponibilità o modo di fare si capiscono subito dalla voce!

Per questo il numero di telefono deve essere sempre bene in vista, soprattutto da smartphone, perché così aumenteranno le possibilità che l’utente contatti e magari… prenoti!

Importante: nella versione mobile il numero di telefono deve essere interattivo, ovvero premendo con il dito deve poter partire la telefonata, altrimenti… beh! Non dico altro!

Booking online e/o form di richiesta informazioni semplice e veloce

Una delle caratteristiche principali che differenzia il sito web di un hotel o di un agriturismo da quello di un’altro tipo di azienda è la possibilità di effettuare una prenotazione (ma va?).

Nel processo di acquisto del settore turistico l’utente vuole avere la possibilità di poter prenotare direttamente, in modo semplice e veloce.

Questo è uno dei motivi che ha portato Booking.com a diventare leader mondiale: ha reso facile e veloce la prenotazione di una camera con qualsiasi dispositivo.

Per migliorare i propri risultati una struttura turistica dovrebbe dotarsi di un Booking Engine performante (il software di prenotazione diretta collegato al sistema gestionale).

In altre parole è l’e-commerce per il settore turistico e sappiamo bene quanto il commercio elettronico stia crescendo vertiginosamente, sia in Italia che all’estero.

Conosco tantissime persone che si spostano spesso per lavoro, che se in un sito web non trovano un sistema di prenotazione diretta escono immediatamente.

Sono quel tipo di utenti che scelgono la struttura su Booking.com, poi vanno su Google a cercare il sito, lo navigano, decidono di prenotare e quando si accorgono che gli viene negata la possibilità di farlo ritornano su Booking.com, facendo pagare la commissione all’albergo solo perché non avevano un sistema di prenotazione diretta.

Questo significa costi in più per i proprietari, che avrebbero potuto sfruttare Booking.com come canale di visibilità, invece di uno strumento di vendita diretto.

Mettiamo invece che per il momento tu non voglia adottare un sistema di prenotazione diretta nel tuo sito, quindi userai un form di richiesta di informazioni e disponibilità.

Anche per questo valgono le regole di sempre: veloce, chiaro e pratico, ma mi raccomando non dimenticare di disporre del calendario per inserire velocemente le date.

In questo modo non solo l’utente potrà riconoscere meglio il periodo scelto, ma anche la mail di prenotazione che riceverai sarà più chiara e pulita.

Inserisci le idee di viaggio

Che cosa sono e perché sono utili le idee di viaggio nel sito web di una struttura turistica? Te lo spiego subito ed i vantaggi sono notevoli.

Le idee di viaggio sono una sezione del sito web dove inserire contenuti specifici suddivisi per argomenti, ad esempio “vacanze con animali in Toscana” oppure “San Valentino in centro benessere”.

I contenuti di per sé piacciono agli utenti perché possono reperire maggiori informazioni su cosa poter fare durante il periodo di soggiorno.

La lettura di tali contenuti avrà come risultato un tempo maggiore di permanenza sul sito web e questo piace un casino anche a Google.

Altro enorme vantaggio: suddividendo i vari argomenti, ogni contenuto può essere sviluppato proprio per posizionarsi nei motori di ricerca con una query specifica, aumentando le possibilità di intercettare gli utenti nei risultati organici.

Nel webmarketing niente è fatto a caso o tanto per fare.

Conclusioni

Fare webmarketing turistico è complesso ed occupa diversi tipi di risolse, ma può dare enormi soddisfazioni.

Facciamo tanti sforzi per intercettare il nostro potenziale cliente e non possiamo permetterci che qualcosa vada storto nel sito web, proprio dove la struttura ha totale di libertà di raccontarsi e rappresentarsi.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
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La frequenza di rimbalzo: se la conosci la schiacci!

Sai perché è importante abbassare la frequenza di rimbalzo del tuo sito web il più possibile?
Perché è uno dei fattori determinanti per ottenere risultati! Leggi l’articolo!

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Sai perché è importante abbassare la frequenza di rimbalzo del tuo sito web il più possibile? Perché è uno dei fattori determinanti per ottenere risultati!

La frequenza di rimbalzo (o bounce rate) è il dato statistico che trovi su Google Analytics che indica la percentuale degli utenti che entra ed esce dal sito, navigando quindi solo una pagina (la pagina di ingresso e di uscita combaciano).

Sei stato bravo a portare traffico sulla pagina web, ma gli utenti scappano via subito.
<<No piace>> direbbe mio figlio di 2 anni.

Il tuo sito web ha almeno un obiettivo ben preciso (far compilare il form di richiesta informazioni, far iscrivere alla newsletter, vendere un prodotto sull’ecommerce, ecc…), ma se gli utenti non lo navigano difficilmente otterrai delle conversioni.

Vediamo quali potrebbero essere le cause:

Hai sbagliato a comprare delle keywords su Google Adwords

Esempio classico di come buttare soldi nel cestino comprando keywords troppo generiche senza seguire le intenzioni di ricerca degli utenti.

Un esempio realmente accaduto: un ecommerce acquista la query “barrette proteiche” a corrispondenza generica ottenendo come risultato una frequenza di rimbalzo del 75%.

Perché così alta? Perché gli utenti cliccavano sull’annuncio (a pagamento) ma in realtà stavano cercando informazioni per delle marche particolari che lo shop non aveva oppure cercavano un rivenditore all’ingrosso di barrette proteiche, cosa che lo shop non era.

Risultato: traffico poco qualificato, zero conversioni e soldi investiti male.

Hai sbagliato a posizionarti con alcune parole chiave

Una casa vacanze si posiziona su Google con la query “casa vacanze +località”, peccato che l’utente fosse alla ricerca di una casa da comprare, non da affittare a settimane.

Anche in questo caso l’annuncio non era chiaro e l’utente si aspettava un certo tipo di contenuti, ma è stato disatteso.

Risultato: esce immediatamente dal sito.

Il sito non ottiene fiducia

Quante volte atterriamo su un sito e pensiamo “Mmmmm….”.
Potrei farti centinaia di esempi ma preferisco analizzare le cause, che potrebbero essere:

  • colori scuri
  • fotografie poco curate, sgranate o sfocate
  • mancanza di riferimenti dell’azienda (indirizzo e numero di telefono)
  • grafica obsoleta
  • sito web non aggiornato
  • mancanza di recensioni

Un esempio che mi è capitato giusto ieri: un hotel mi ha contattato perché vuole aumentare la quantità di prenotazioni.
Vado sul sito e lo trovo così: colore nero, sulla schermata principale una bella scritta “Offerta speciale settembre” (siamo a gennaio), le fotografie delle camere scure e fatte probabilmente con il telefonino.

Non ci vuole un professionista di webmarketing per dedurre che c’è tanto lavoro da fare, non credi?

Il sito non è adattato ai dispositivi mobili

Un classico purtroppo, che ancora oggi troviamo spesso.

Nonostante da più di un anno i dati ufficiali indicano che le navigazioni da dispositivi mobili hanno superato quelle dai computer non è raro imbattersi in siti web non adattati, dove per leggere qualcosa bisogna zoommare, scrollare, tornare indietro, ecc…

Risultato: l’utente si spazientisce ed esce dal sito andando sul sito del concorrente.

Poi ci sono gli imprenditori fai-da-te che addirittura comprano traffico su Facebook (la piattaforma mobile per eccellenza) facendo atterrare l’utente sul proprio sito in-usabile da smartphone.

Il problema è che se glielo fai notare loro perseverano, ma questa è un’altra storia.

Il sito è troppo lento

A chi piace aspettare 10/15/20 secondi per l’apertura di una pagina web? A nessuno credo.

Giusto una decina di giorni fa mia moglie, appassionata di decoupage o robe simili, trova un ecommerce che potrebbe avere i prodotti che sta cercando.

Ero proprio accanto a lei sul divano quando le sento dire “Caspita com’è lento! Volevo comprare quella fustella ma è impossibile così!”.
Risultato: non ha comprato.

Puoi avere i prodotti migliori del mondo, l’assistenza clienti migliore del mondo, l’azienda più efficiente del mondo, ma se non metti il tuo cliente nelle condizioni di fare quello che tu vuoi che faccia hai un problema!

Quali vantaggi puoi ottenere riducendo la frequenza di rimbalzo?

Ormai lo hai capito: mi piace farti esempi reali proprio per dimostrarti che non è pura teoria.

Ho acquisito da poco un cliente nel settore turistico con enormi problemi di usabilità sul sito web.

La prima cosa di cui mi sono occupato è stata lavorare sulla riduzione della frequenza di rimbalzo che era stabile intorno al 70%.

Una volta risolti i vari problemi di cui abbiamo parlato prima, dall’analisi dello stesso periodo 2015/2016 la frequenza di rimbalzo è scesa al 24%, con un abbattimento quindi del 65% circa ed un aumento delle prenotazioni.

Cosa è successo? Le conversioni sono aumentate in modo naturale perché gli utenti non escono più dal sito, ma lo navigano, trovano i contenuti che stanno cercando e quindi prenotano.

Quando ti parlo di risultati intendo questo. Nel webmarketing niente è fatto a caso o tanto per fare.

Caso eccezionale

Come ogni regola ha la sua eccezione: i siti one page.

Questi siti web hanno i contenuti raccolti ed organizzati all’interno di una sola pagina, sviluppata verticalmente.

In questi casi è normale che la pagina di ingresso e quella di uscita siano la stessa, ottenendo perciò una frequenza di rimbalzo del 100%.

Per questi tipi di siti web ci sono altri aspetti da valutare come l’above the fold ed il tempo di permanenza, ma ne parleremo in un altro momento.

Conclusioni

Negli articoli precedenti ti parlato delle 4 macro-fasi del ciclo di vendita (se non le hai ancora lette le trovi qui) ed ho chiarito che tutto deve necessariamente essere fluido per raggiungere un certo obiettivo.

E’ sufficiente che ci siano problemi anche in una sola delle fasi per abbattere notevolmente i risultati e la frequenza di rimbalzo è uno dei dati da tenere sempre sotto controllo.

Importante non commettere questi errori:

  • traffico poco qualificato
  • testi, fotografie e grafica poco curate (anche l’occhio vuole la sua parte)
  • riferimenti aziendali difficili da trovare
  • sito web lento e/o non adattato ai dispositivi mobili

Adesso hai più chiaro il perché “Se conosci la frequenza di rimbalzo la schiacci!”.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
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A cosa servono le recensioni e perchè chiederle?

Perché le recensioni sono uno strumento importante in una strategia di webmarketing? Perché influenzano le nostre scelte e sono anche uno strumento per ottenere maggiore visibilità e conversioni. Leggi l’articolo!

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quante volte ti è stata chiesta una recensione dopo un acquisto oppure una prenotazione? Perché le recensioni sono un’aspetto importante in una strategia di webmarketing?

Il principio è ben descritto nel libro Le armi della persuasione di Robert Cialdini, ecco un estratto da Wikipedia:

Riprova sociale: le persone, in media, tendono a ritenere maggiormente validi i comportamenti o e le scelte che vengono effettuati da un elevato numero di persone.”

In altre parole: se tante persone parlano bene di quella cosa posso fidarmi. Sarò quindi più propenso a compiere una determinata azione.

Se devo fare ad esempio un acquisto in uno shop online dove non ho mai comprato e le recensioni di altri clienti sono numerose e positive, avrò una percezione di maggior fiducia verso quel negozio e sarò più propenso all’acquisto.

Se le opinioni ed i commenti dei clienti di un hotel sono positive queste influenzeranno la mia scelta di prenotazione.

Per questo motivo la quarta fase della vendita è la recensione (o feedback): l’opinione delle persone influenza la nostra scelta.

Le opinioni sono quindi un veicolo indiretto per aumentare le conversioni.

Ok, benissimo, tutto chiaro, ma c’è di più? Certo che sì!

Su Google, Booking e TripAdvisor sono uno dei fattori di posizionamento nei risultati.

Le recensioni quindi sono anche uno strumento per ottenere maggiore visibilità e conversioni.

La conseguenza è che si viene a creare un circolo vizioso ed autoalimentato, fatto di nuovo traffico, nuove conversioni e nuove recensioni.

In ambito webmarketing lo strumento più usato per chiedere un feedback al cliente è l’invio di una mail.
Esistono ormai tantissime piattaforme che automatizzano il processo e che permettono a distanza di tot giorni di inviare una email personalizzata all’utente che ha convertito chiedendo di scrivere una recensione sul prodotto/servizio acquistato.

Non dimentichiamoci che è possibile lavorare anche offline per ottenere una recensione online. Ad esempio una pizzeria di Cecina ha aumentato il numero delle recensioni su TripAdvisor ed il numero di fan alla pagina Facebook grazie a delle semplici cartoline che venivano consegnate insieme allo scontrino.

Adesso hai più chiaro a cosa servono le recensioni e perché è importante chiederle?

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
Se hai piacere puoi lasciare un commento qui sotto. Alla prossima!

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Che cosa sono le conversioni? Perchè monitorarle?

Monitorare le conversioni del tuo sito web è necessario per permettere di valutare con chiarezza le performance delle azioni di webmarketing in corso. In questo articolo ti spiego che cosa sono e come monitorarle.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Hai mai sentito parlare di conversioni? Ti suona strana questa parola? Beh, è il momento di capirla meglio perché ti interessa decisamente!

Per conversione si intende il raggiungimento di un obiettivo.

Esistono molti tipi di conversioni, ad esempio la compilazione di un form di richiesta informazioni, il download di un file, l’acquisizione della email dell’utente, una telefonata, in altre parole: il motivo per cui hai utilizzato uno strumento online.

La conversione è la terza fase della vendita. Ripetiamo brevemente, dai precedenti articoli,  quali sono le macro-fasi per il raggiungimento di un qualsiasi obiettivo, da svolgere in sequenza:

Quando l’utente compie l’azione desiderata significa che sei stato sufficientemente bravo a raggiungerlo, risolvere un suo problema o una sua esigenza ed ottenere la sua fiducia, a tal punto da fare quello che volevi che facesse. Tutto questo non è assolutamente banale.

E’ fondamentale avere una visione ottimale delle azioni di webmarketing e per questo è necessario che le conversioni siano correttamente monitorate attraverso un sistema di analisi, il migliore è sicuramente Google Analytics.

Il monitoraggio si ottiene inserendo un piccolo codice nella pagina successiva alla conversione che di solito si chiama thank you page. Ogni qualvolta l’utente raggiunge quella pagina il contatore aumenta il valore (in ecommerce possiamo anche abilitare il risultato in euro).
In questo modo sarà più semplice capire quali canali sono entrati in gioco per raggiungere il risultato e quindi i più performanti.

Il percorso di conversione potrebbe essere diretto o magari più lungo ed è necessario saperlo.

monitoraggio delle conversioni con google analyticsCASO REALE: la vendita di un giocattolo online.
Il sistema di monitoraggio dava come fonte di conversione il canale diretto (l’utente aveva scritto direttamente l’indirizzo del sito oppure lo aveva inserito nei preferiti), ma analizzando meglio il percorso l’utente aveva precedentemente cliccato su un annuncio di Google Adwords, poi su un annuncio non a pagamento sempre su Google e solo dopo quale giorno aveva effettuato l’acquisto direttamente.

La sorgente di conversione è stata dunque Google Adwords. Senza quell’annuncio l’utente non sarebbe venuto a conoscenza dello shop online e non avrebbe acquistato.

Se non avessimo avuto un sistema di analisi con le conversioni monitorate avremmo potuto pensare che Google Adwords non fosse un canale performante e magari avremmo chiuso le campagne a pagamento.

Potrebbe esserti utile leggere anche questo caso studio reale dove ti dimostro che si possono ottenere risultati davvero ottimi con Facebook.

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La Landing Page: lo strumento di conversione

Qui ci giochiamo la nostra partita perché siamo stati bravi a portare l’utente dove volevamo. E ora?
Questo è il momento in cui dobbiamo ottenere la sua fiducia, minimizzando quanto possibile ogni tipo di frizione e mettendo in evidenza il motivo per cui dovrebbe effettuare una conversione sulla nostra pagina (lasciare la mail, scaricare un file, ecc…).

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nel precedente articolo abbiamo parlato di come Facebook può essere usato per catturare l’attenzione del nostro potenziale cliente.

Ripetiamo brevemente quali sono le macro-fasi per il raggiungimento di un qualsiasi obiettivo, da svolgere in sequenza:

  • CATTURARE L’ATTENZIONE
  • OTTENERE FIDUCIA
  • RAGGIUNGERE LA CONVERSIONE
  • OTTENERE UN FEEDBACK

Una volta che l’utente ha fatto click sul nostro annuncio Facebook ha esaurito il suo ruolo nella prima fase della strategia, quindi passiamo alla seconda: la landing page (o pagina di atterraggio), ovvero quella pagina web dove si troverà l’utente dopo il click.

Qui ci giochiamo la nostra partita perché siamo stati bravi a portare l’utente dove volevamo. E ora?

Questo è il momento in cui dobbiamo ottenere la sua fiducia, minimizzando quanto possibile ogni tipo di frizione e mettendo in evidenza il motivo per cui dovrebbe effettuare una conversione sulla nostra pagina (lasciare la mail, scaricare un file, ecc…).

un esempio di landing page efficace

La landing page, se realizzata appositamente, di solito è un’unica pagina composta da diverse macro-fasi:

  • ripetere i contenuti dell’annuncio per abbattere la frizione dopo il click;
  • evidenziare immediatamente i vantaggi del nostro prodotto/servizio e quale problema/esigenza risolve;
  • fornire maggiori informazioni;
  • evidenziare i feedback di altri clienti che hanno già provato il prodotto/servizio;
  • chiedere di compiere un’azione, ovvero il nostro obiettivo: la conversione.

La landing page può essere anche la pagina di un sito web, di un blog o la scheda prodotto di un e-commerce.

L’importante è che sia presente e ben evidente l’azione che vogliamo far compiere al nostro utente perché questo è il suo ruolo principale nella nostra strategia di web marketing.

evidenziare la call to action nelle landing page

Un altro compito importante che ha una landing page è quello di creare una connessione con l’utente (ottenere la mail o il like alla pagina Facebook ad esempio) per poterlo raggiungere successivamente con altri messaggi.

E’ un’obiettivo determinante perché dal momento in cui portiamo traffico qualificato a pagamento sulla nostra pagina di atterraggio è necessario ottimizzarne i ritorni, sia nell’immediato che nel futuro.

Non è detto che l’utente sia pronto a convertire subito, magari vuole capire meglio chi siamo, come lavoriamo, se il nostro prodotto/servizio è davvero quello che fa al caso suo, o magari non ne ha bisogno subito.

Non è raro che gli utenti convertano ance dopo giorni, settimane o mesi, ma tutto è iniziato con la connessione che siano riusciti a creare la prima volta.

Stiamo iniziando a capire che per ottenere risultati concreti è necessario avere una strategia di webmarketing chiara e che per svilupparla possono entrare in gioco strumenti diversi e competenze diverse.

Potrebbe esserti utile leggere anche questo caso studio reale dove ti dimostro che si possono ottenere risultati davvero ottimi con Facebook.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
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Come ottenere risultati con Facebook – L’attenzione

Come ottenere risultati con Facebook? Come possiamo portare l’utente sul nostro sito web se proprio non sta pensando minimamente a quello che è il nostro prodotto/servizio?
La risposta è: catturando la sua attenzione con qualcosa a cui potrebbe essere davvero interessato.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Si possono ottenere risultati con Facebook? Assolutamente sì, ma prima di addentrarci un po’ più nello specifico credo sia il caso di capire bene cos’è Facebook ed a che cosa serve.

Facebook è uno strumento di webmarketing che intercetta la domanda latente (leggi anche la differenza tra domanda esplicita e domanda latente), quindi un certo tipo di persone quando NON stanno cercando il tuo prodotto/servizio.

Analizziamo meglio la frase “Facebook è uno strumento di webmarketing“: te lo faccio notare perché prima di utilizzare uno strumento è fondamentale innanzitutto avere una strategia di webmarketing con un obiettivo chiaro e misurabile, solo dopo si passa alla scelta dello strumento.

Questo ti assicuro che non è assolutamente banale: è come se devi fare un buco nel muro e scegli di utilizzare il trapano; se l’obiettivo è solo attaccare una piccola cornice forse sarebbe meglio usare un chiodo ed un martello invece del trapano, non credi?

Passiamo ora alla seconda parte della frase: “che intercetta la domanda latente”.
Facebook viene utilizzato dalle persone per rimanere in contatto con amici, pagine, gruppi e quant’altro a cui sono interessate, quasi esclusivamente con dispositivi mobili (leggi anche princìpi di usabilità per i siti web).

In altre parole le persone su Facebook fanno tutto tranne che cercare qualcosa, per questo si chiama domanda latente.

Allora come ottenere risultati con Facebook? Come possiamo portare l’utente sul nostro sito web se proprio non sta pensando minimamente a quello che è il nostro prodotto/servizio?

La risposta è: catturando la sua attenzione con qualcosa a cui potrebbe essere davvero interessato.

Le macro-fasi per il raggiungimento di un qualsiasi obiettivo sono 4, da svolgere in sequenza:

  • CATTURARE L’ATTENZIONE
  • OTTENERE FIDUCIA
  • RAGGIUNGERE LA CONVERSIONE
  • OTTENERE UN FEEDBACK

Facebook è uno strumento molto potente che lavora sulla prima di queste fasi, catturare l’attenzione.

Per ottenere risultati con Facebook è necessario mostrare all’utente, mentre sta facendo e pensando completamente ad altro, qualcosa che gli potrebbe piacere o la soluzione ad un problema/esigenza che potrebbe avere.

come ottenere risultati con facebook adsL’attenzione dell’utente si ottiene rendendo ampiamente visibile il nostro messaggio con una creatività (foto o video) che lo spinga a fare click verso un nuovo contenuto, ad esempio una landing page dove poter approfondire (esattamente quello che hai appena fatto tu se sei arrivato a questo articolo da Facebook).

Una volta che l’utente ha fatto click lo strumento Facebook esaurisce positivamente il suo ruolo nella prima delle 4 macro-fasi: catturare l’attenzione e portare l’utente dove avremmo voluto, avvicinandolo verso il nostro obiettivo (rilascio della mail, scaricare un file, vendere un prodotto/servizio, effettuare una telefonata, ecc..). Da questo momento in poi entreranno in gioco altri strumenti.

Per ottenere risultati con Facebook sono necessarie diverse competenze: uso degli strumenti interni al social network, grafica, copyright ed analisi dei dati.

In questo articolo abbiamo capito che con Facebook è possibile catturare l’attenzione degli utenti, ma… come otteniamo la loro fiducia?
Questo è il ruolo che spetta alla landing page.

Potrebbe esserti utile leggere anche questo caso studio reale dove ti dimostro che si possono ottenere risultati davvero ottimi con Facebook.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
Se hai piacere puoi lasciare un commento qui sotto. Alla prossima!

Rimani connesso alla mia pagina WebMarketingEfficace per ricevere le notifiche dei prossimi articoli. Metti Mi Piace qui sotto.[/vc_column_text][vc_raw_html]JTNDZGl2JTIwaWQlM0QlMjJmYi1yb290JTIyJTNFJTNDJTJGZGl2JTNFJTBBJTNDc2NyaXB0JTNFJTI4ZnVuY3Rpb24lMjhkJTJDJTIwcyUyQyUyMGlkJTI5JTIwJTdCJTBBJTIwJTIwdmFyJTIwanMlMkMlMjBmanMlMjAlM0QlMjBkLmdldEVsZW1lbnRzQnlUYWdOYW1lJTI4cyUyOSU1QjAlNUQlM0IlMEElMjAlMjBpZiUyMCUyOGQuZ2V0RWxlbWVudEJ5SWQlMjhpZCUyOSUyOSUyMHJldHVybiUzQiUwQSUyMCUyMGpzJTIwJTNEJTIwZC5jcmVhdGVFbGVtZW50JTI4cyUyOSUzQiUyMGpzLmlkJTIwJTNEJTIwaWQlM0IlMEElMjAlMjBqcy5zcmMlMjAlM0QlMjAlMjIlMkYlMkZjb25uZWN0LmZhY2Vib29rLm5ldCUyRml0X0lUJTJGc2RrLmpzJTIzeGZibWwlM0QxJTI2dmVyc2lvbiUzRHYyLjglMjZhcHBJZCUzRDE2Njc1MzQ5NTY4NDYzOTglMjIlM0IlMEElMjAlMjBmanMucGFyZW50Tm9kZS5pbnNlcnRCZWZvcmUlMjhqcyUyQyUyMGZqcyUyOSUzQiUwQSU3RCUyOGRvY3VtZW50JTJDJTIwJTI3c2NyaXB0JTI3JTJDJTIwJTI3ZmFjZWJvb2stanNzZGslMjclMjklMjklM0IlM0MlMkZzY3JpcHQlM0UlMEElM0NkaXYlMjBjbGFzcyUzRCUyMmZiLXBhZ2UlMjIlMjBkYXRhLWhyZWYlM0QlMjJodHRwcyUzQSUyRiUyRnd3dy5mYWNlYm9vay5jb20lMkZXZWJNYXJrZXRpbmdFZmZpY2FjZSUyRiUyMiUyMGRhdGEtc21hbGwtaGVhZGVyJTNEJTIyZmFsc2UlMjIlMjBkYXRhLWFkYXB0LWNvbnRhaW5lci13aWR0aCUzRCUyMnRydWUlMjIlMjBkYXRhLWhpZGUtY292ZXIlM0QlMjJmYWxzZSUyMiUyMGRhdGEtc2hvdy1mYWNlcGlsZSUzRCUyMnRydWUlMjIlM0UlM0NibG9ja3F1b3RlJTIwY2l0ZSUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTIwY2xhc3MlM0QlMjJmYi14ZmJtbC1wYXJzZS1pZ25vcmUlMjIlM0UlM0NhJTIwaHJlZiUzRCUyMmh0dHBzJTNBJTJGJTJGd3d3LmZhY2Vib29rLmNvbSUyRldlYk1hcmtldGluZ0VmZmljYWNlJTJGJTIyJTNFV2ViTWFya2V0aW5nJTIwRWZmaWNhY2UlM0MlMkZhJTNFJTNDJTJGYmxvY2txdW90ZSUzRSUzQyUyRmRpdiUzRQ==[/vc_raw_html][/vc_column][/vc_row]

Princìpi di usabilità per i siti web

Se stiamo cercando qualcosa ci aspettiamo di trovarla, giusto?
Direi di più: ci aspettiamo di trovarla facilmente e velocemente.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ecco la prima puntata del tema usabilità per i siti web: cosa si intende per sito web usabile? Partiamo dalla definizione che troviamo su Wikipedia:

“La web usability è un approccio della progettazione per rendere i siti web facili da usare per l’utente finale, senza richiedere all’utente di sottostare a una formazione specifica. È un processo che cerca di rendere l’ambiente web attraente e amichevole per l’utente che deve navigare con fluidità recuperando facilmente i contenuti. L’utente deve essere in grado di mettere in relazione in modo intuitivo le azioni che ha bisogno di compiere nella pagina web con altre interazioni che svolge fisicamente nella vita quotidiana, come ad esempio premere un pulsante per ottenere un’azione”.

Proviamo a capire meglio, con l’approccio corretto (che inizia sempre con la domanda “perché”): perché accediamo ad un sito web? Per cercare un’informazione, in senso lato, che può essere un corso, un prodotto, una vacanza, una notizia, una ricetta, un numero di telefono, qualsiasi cosa.
Un dato però è certo: navighiamo online alla ricerca di informazioni che ci interessano.

Se stiamo cercando qualcosa ci aspettiamo di trovarla, giusto? Direi di più: ci aspettiamo di trovarla facilmente e velocemente.

Ora proviamo a ribaltare la domanda, ponendola dal lato dell’azienda proprietaria del sito, con lo stesso approccio che usiamo per lo sviluppo di una strategia di webmarketing: perché un utente dovrebbe accedere al mio sito? Di cosa ha bisogno? Qual è l’obiettivo del mio sito? Con cosa potrebbe accedere?

Un approccio del genere ci aiuta molto a definire le macro-aree di un qualsiasi sito web, mettendo in risalto le informazioni più importanti per l’utente e gli obiettivi del nostro business.

Ora poniamo attenzione  all’ultima domanda: l’utente con cosa potrebbe accedere al mio sito web? Come dispositivo intendo.
Statistiche reali indicano che già dal 2015 le navigazioni mobile hanno superato quelle desktop, quindi probabilmente più della metà dei potenziali accessi al nostro sito web potrebbe avvenire con un telefonino. E’ necessario dunque che l’utente trovi un sito web cosiddetto mobile friendly, altrimenti è probabilissimo che vada dalla concorrenza, semplicemente perché non riesce a leggere quello che c’è scritto o ad ingrandire una fotografia, in altre parole avrà una pessima esperienza di navigazione e questo non possiamo permettercelo.

Ecco la mia definizione di sito web usabile: un sito web usabile è gradevole graficamente, facile da navigare con qualsiasi dispositivo, dove le informazioni sono disposte in maniera chiara per l’utente e gli obiettivi dell’azienda siano ben evidenti.

siti web usabil e facilmente navigabiliCi sono stati negli ultimi giorni due episodi che mi hanno spinto a scrivere questo articolo e, se mi conosci un po’, sai che mi piace dimostrare le cose.

CASO 1: cercare il numero di telefono di un ristorante.

Se hai un ristorante è molto probabile che tu voglia ricevere prenotazioni e di solito si ricevono via telefono. Allora perché nel tuo sito metti il numero di telefono in fondo alla pagina, scritto in piccolo e per giunta nemmeno cliccabile per attivare la chiamata?

CASO 2: come buttare via soldi in partenza.

Credo sia abbastanza banale affermare che Facebook è usato principalmente da smartphone,non credo ci siano dubbi a riguardo. Allora perché crei un annuncio che rimanda al tuo sito dove ogni lettera è grande quanto un granellino di sabbia?

Usabilità ragazzi, usabilità!

Ogni strumento deve essere usato in base ad una strategia pianificata ed ogni cosa che facciamo deve tendere verso un obiettivo preciso.
Come possiamo pretendere di raggiungere risultati se non mettiamo il nostro potenziale cliente nelle condizioni di fare quello che vogliamo fargli fare?

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
Se hai piacere puoi lasciare un commento qui sotto. Alla prossima!

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La differenza tra domanda esplicita e domanda latente

Alcune delle prime domande che mi pongo nello sviluppo di una strategia di web marketing sono: “C’è ricerca da parte degli utenti di questo prodotto/servizio?” e “Questo prodotto/servizio quali problemi/esigenze risolve? Di chi?”.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Una delle prime analisi per capire se un progetto può avere successo su Internet è valutare la domanda esplicita e domanda latente degli utenti. Perché?

Alcune delle prime domande che mi pongo nello sviluppo di una strategia di web marketing sono: “C’è ricerca da parte degli utenti di questo prodotto/servizio?” e “Questo prodotto/servizio quali problemi/esigenze risolve? Di chi?”.

Porsi queste domande non è banale perchè comporta l’utilizzo di strumenti (ripeto strumenti) completamente diversi.

Sapere se l’utente cerca online un prodotto/servizio (domanda esplicita) indica che sarà importante capire ed analizzare come, quanto, quando e su quali siti web vengono effettuate le ricerche.
Per cercare qualcosa non esiste solo Google, dipende dal settore di mercato: ad esempio, un ristorante viene cercato sempre e solo sui motori di ricerca o magari anche su TripAdvisor? Una camera di albergo viene cercata sempre e solo sui motori di ricerca o magari anche su Booking.com? Un prodotto viene cercato sempre e solo sui motori di ricerca o magari anche sui marketplace o sui comparatori di prezzo? Un oggetto usato viene cercato sempre e solo sui motori di ricerca o magari anche su Ebay o Subito.it?

Riuscire ad analizzare le ricerche degli utenti permette di essere visibili con il nostro prodotto/servizio proprio mentre lo stanno cercando, ma gli strumenti possono essere diversi e quindi diversa sarà la strategia online da sviluppare.

La ricerca è l’unico modo per essere visibili online? Mmmm… direi proprio di no!

Un’altro modo per renderci visibili all’utente è catturare la sua attenzione risolvendo un potenziale problema o esigenza. Questa è la domanda latente e bisogna essere bravi perché poniamo il nostro messaggio in un momento in cui l’utente non ci sta proprio pensando minimamente! Questo è il regno incontrastato dei social network, di solito Facebook per numero di utenti attivi giornalmente (è uno strumento e non è detto che sia quello giusto per tutti i settori di mercato, ma soprattutto non è l’unico).

Qual è la forza di Facebook? Di prendere ogni informazione che gli viene passata per profilare ciascuno dei propri iscritti: età, sesso, luogo, interessi, comportamenti, dispositivi, collegamenti e quant’altro. Ogni informazione viene immagazzinata per un unico fine: la profilazione.

Cosa significa? Un chiaro esempio: pochi giorni fa era il compleanno di mia moglie, a cui piace tanto un tipo di profumo.
Se mi fosse passato davanti un annuncio con la foto del suo profumo, proprio quello che vedo in bagno ogni giorno, con questo messaggio – “Compleanno in vista per una persona speciale? Regala [nome profumo], lo riceverai in 48 ore con la confezione regalo con il suo nome. Scopri di più!” – secondo te non ci avrei cliccato sopra? Difficile almeno non cliccare, non credi?

Ma come sarebbe potuto succedere? L’inserzionista avrebbe raccolto dal mio profilo tutte le informazioni che gli servivano per un unico fine: catturare la mia attenzione (stimolo) risolvendomi l’esigenza del regalo perfetto per mia moglie, proprio a pochi giorni dal suo compleanno (la domanda latente).

La vendita è la soluzione ad un problema (mi si è rotta la macchina, cerco un meccanico vicino) o di un esigenza (il profumo per mia moglie) e nell’analisi del processo di acquisto dobbiamo valutare se esistono la domanda esplicita e domanda latente per scegliere gli strumenti giusti, con i messaggi giusti.

Ci sarebbero un mondo di cose da aggiungere, ma in questo articolo volevo solo farti capire meglio che in ogni settore, per ogni obiettivo, è la strategia che conta e che gli strumenti devono essere scelti di conseguenza.

Spero di averti trasmesso delle informazioni interessanti, ma vorrei saperlo da te.
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